Chi è la Professoressa Kon

Lo studio e l'aggiornamento costante sono i primi due passi per diventare dei professionisti in ambito medico. Per arrivare all'eccellenza occorre però un elemento che non si può trovare sui libri: la passione.

Solo integrando la ricerca scientifica con l'amore per la propria missione di chirurgo è possibile ottenere risultati sopra lo standard e migliorare davvero la qualità della vita del paziente.

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Traumatologia dello sport

Tecniche all'avanguardia per patologie specifiche

Trattamento della lesione del legamento crociato anteriore

Insieme al legamento crociato posteriore, il legamento crociato anteriore (LCA) è uno dei due legamenti fondamentali del ginocchio che connette la superficie inferiore del femore distale alla superficie superiore della tibia prossimale. Più nel dettaglio, si tratta un robusto fascio di tessuto connettivo che si estende dal margine mediale del condilo femorale laterale alla fossa intercondiloidea anteriore del piatto tibiale. Ha la funzione di stabilizzare il ginocchio (prevenendo un'eccessiva traslazione anteriore della tibia prossimale sul femore distale) e di controllarne i movimenti di intra- ed extra-rotazione.

La lesione del LCA è la lesione legamentosa del ginocchio più comune e si verifica soprattutto durante la pratica di attività sportive associate a frequenti cambi direzionali. Solitamente avviene in seguito ad un trauma distorsivo del ginocchio (in valgo ed in extra-rotazione) con il piede saldo a terra, per cui il paziente riferisce di aver avvertito un dolore improvviso, spesso accompagnato da uno schiocco udibile e da un'immediata disabilità.

Trapianto osteocondrale autologo
Anatomia dei legamenti del ginocchio
Tecnica over-the-top di ricostruzione del LCA
Tecnica over-the-top di ricostruzione del LCA

Al pari delle lesioni meniscali, una lesione completa del LCA non ha possibilità di guarigione spontanea, per cui, specialmente in pazienti giovani ed attivi che praticano sport, si rende nella maggior parte dei casi necessario un intervento di ricostruzione con un trapianto tendineo (autologo od eterologo) per ristabilire la corretta funzionalità articolare del ginocchio.

La tecnica da noi utilizzata prevede la ricostruzione del LCA lesionato in artroscopia tramite i tendini (autologhi) del muscolo semitendinoso e del muscolo gracile: questi, dopo esser stati prelevati ed imbastiti, sono fatti passare in articolazione attraverso un tunnel osseo tibiale precedentemente preparato e, infine, fissati sul condilo femorale laterale con due cambre metalliche con la tecnica, per l'appunto, over-the-top. Qualora sia sufficientemente lungo, l'innesto è fatto arrivare fino al tubercolo di Gerdy, dove è fissato con un'altra cambra metallica.
Durante l'artroscopia iniziale, sono generalmente trattate anche eventuali lesioni meniscali e/o lesioni cartilaginee identificate alla risonanza magnetica.

Trattamento delle lesioni meniscali

I menischi, mediale (od interno) e laterale (od esterno), sono due strutture fibro-cartilaginee di forma semi-circolare interposte tra la superfice articolare del femore distale e della tibia prossimale. Essi si comportano come dei “cuscinetti” che contribuiscono a distribuire più equamente il carico sulla cartilagine articolare del ginocchio durante il movimento, a migliorare la congruenza tra i due capi articolari, e, in ultima analisi, ad aumentare la stabilità complessiva dell'articolazione.

Le lesioni meniscali avvengono solitamente in seguito ad un trauma distorsivo del ginocchio (in valgo ed in extra-rotazione od in varo ed in intra-rotazione), in cui il menisco è “pizzicato” tra il femore distale e la tibia prossimale, o, meno frequentemente, ad un'iper-flessione del ginocchio, in cui il menisco è “schiacciato” tra il femore distale e la tibia prossimale.

Essendo i menischi scarsamente vascolarizzati, le lesioni meniscali non hanno possibilità di guarigione spontanea, per cui, specialmente in pazienti giovani ed attivi che praticano sport, si rende nella maggior parte dei casi necessario un intervento di meniscectomia selettiva, di sutura meniscale, o di trapianto meniscale.

Anatomia dei menischi del ginocchio
Anatomia dei menischi del ginocchio
Meniscectomia selettiva
Meniscectomia selettiva

La meniscectomia selettiva consiste nell'asportazione (parziale, sub-totale, o, più raramente, totale) in artroscopia della sola porzione di menisco lesionata. È indicata nel trattamento di lesioni meniscali instabili e situate lontano dalla giunzione menisco-capsulare, nella cosiddetta white zone (che, per l'appunto, è scarsamente vascolarizzata).

La sutura meniscale prevede il posizionamento in artroscopia di due ancorette riassorbibili collegate ad un filo di sutura per riapprossimare i lembi della lesione rimanendo sempre all'interno dell'articolazione con la tecnica, per l'appunto, all-inside. È indicata nel trattamento di lesioni meniscali stabili e localizzate vicino alla giunzione menisco-capsulare, nella cosiddetta red zone (che, per l'appunto, è riccamente vascolarizzata), soprattutto in pazienti giovani ed attivi che praticano sport.

Tecnica all-inside di sutura meniscale
Tecnica all-inside di sutura meniscale
Trapianto meniscale da donatore
Trapianto meniscale da donatore

Il trapianto meniscale consiste nella sostituzione in artroscopia di un menisco precedentemente sottoposto a meniscectomia selettiva sub-totale o totale con un menisco da donatore o con uno scaffold meniscale. Lo scaffold meniscale da noi maggiormente utilizzato è l'Actifit™ (Orteq), un vero e proprio menisco artificiale bioingegnerizzato caratterizzato da una struttura porosa a base di poliuretano che finora ha dimostrato ottime proprietà di resistenza meccanica, di biocompatibilità, e di biodegradabilità. Più nello specifico, l'intervento prevede la resezione della porzione di menisco lesionata fino al muro meniscale e, una volta determinate la grandezza e la forma del difetto, il rimodellamento del menisco da donatore o dello scaffold meniscale, che è successivamente inserito all'interno dell'articolazione, adagiato sul sito della lesione, e, infine, suturato al muro meniscale residuo. È indicato nel trattamento di lesioni meniscali a tutto spessore (in cui il menisco è molto compromesso e, pertanto, non più suturabile), soprattutto in pazienti giovani ed attivi che praticano sport.

Da ultimo, le infiltrazioni para-meniscali di PRP prevedono l'iniezione, tipicamente eco-guidata, di un prodotto di derivazione ematica ottenuto da sangue venoso autologo sottoposto a centrifugazione a velocità variabile all'interno del menisco stesso. Sono indicate nel trattamento di lesioni meniscali su base degenerativa, soprattutto in pazienti adulti e sedentari con basse richieste funzionali.

Infiltrazione para-meniscale eco-guidata di PRP
Infiltrazione para-meniscale eco-guidata di PRP